Hericium erinaceus: un aiuto nelle malattie infiammatorie intestinali

La colite ulcerosa (CU) insieme al morbo di crohn costituiscono le principali malattie infiammatorie intestinali (IBD) che provocano un’infiammazione gastrointestinale persistente.

I risultati relativi a Hericium erinaceus, riportati in letteratura, si riferiscono principalmente sulla CU. Delle ricerche hanno valutato i polisaccaridi, ed in particolare il wHEP-3, risulta quello che mostra la maggiore azione antinfiammatoria in un modello simile alla CU nelle cellule infiammate.

Uno studio più completo è stato condotto su un modello in vivo da Diling et al. Dopo aver indotto sperimentalmente una colite simile alla CU nei topi, sono stati quindi trattati con estratti misti di Hericium e. (polisaccaride, alcolico e frazioni cumulative) per 14 giorni. Sono stati osservati miglioramenti clinici significativi nei topi trattati rispetto ai topi del gruppo di controllo di controllo non trattati. Inoltre, istologicamente, il gruppo trattato presentava lesioni significativamente meno gravi. 

Ulteriori studi hanno confermato le proprietà degli estratti etanolici di Hericium e. mostrando sia un miglioramento clinico che istologico e miglioramento delle citochine. Questi autori hanno anche evidenziato il potenziale antiossidante tramite la regolazione positiva di ossido nitrico (NO) e SOD. Wang et al. Inoltre si sono anche concentrati sul potenziale antiossidante dei polisaccaridi di Hericium e. come meccanismo terapeutico nella colite sperimentale e hanno scoperto la regolazione positiva della SOD e la ridotta produzione di ROS. Non è una coincidenza che la lotta allo stress ossidativo faccia parte delle proposte terapeutiche per l’IBD.

Anche se la patogenesi della CU rimane in gran parte poco chiara, l’infiammazione intestinale e lo stress ossidativo sono considerati meccanismi fondamentali alla base della sua fisiopatologia. Durante la fase attiva della CU, i leucociti attivati generano molte citochine proinfiammatorie e reazioni pro-stress ossidativo. Il danno causato dall’infiammazione e dallo stress ossidativo altera significativamente l’equilibrio redox all’interno della mucosa intestinale, il che accelera l’apoptosi delle cellule epiteliali intestinali. L’eccessiva produzione di ROS (radicali liberi centrati sull’ossigeno) porta direttamente al danno tissutale e induce una cascata infiammatoria. Quando i mitocondri sono danneggiati dallo stress ossidativo, entrano in un circolo vizioso in cui la perdita di respirazione interrompe l’omeostasi redox e, a sua volta, aumenta la disponibilità di ossigeno intracellulare, con conseguente aumento della formazione di ROS e successivo danno ossidativo al DNA. A sostegno di questa tesi, diversi studi hanno dimostrato che l’insorgenza e il decorso della CU sono correlati a cambiamenti nella struttura e nella funzione mitocondriale.

Grazie ai polisaccaridi di Hericium erinaceus, ricerche hanno confermato questo risultato nei topi con colite sperimentale tipo CU indotta da destrano solfato sodico. Inoltre, gli autori hanno notato una downregulation antinfiammatoria del fattore nucleare kappa B (NF-κB)  fattore di trascrizione che svolge un ruolo primario nella regolazione della risposta immunitaria e nell’infiammazione.

Per concludere è utile evidenziare come diversi studi riportano come l’Hericium erinaceus promuova uno spostamento del fenotipo del microbiota intestinale verso una maggiore selezione di batteri produttori di acidi grassi a catena corta

Sabbiamo come il microbiota intestinale, sebbene non completamente descritto e compreso, svolga un ruolo cruciale nello sviluppo, nella progressione e nel trattamento di diverse condizioni patologiche gastrointestinali. L’Hericium e. è strettamente correlato alla modulazione del microbiota intestinale. Esso, sembra essere in grado di modificare i fenotipi quantitativi e qualitativi del microbiota intestinale in modo da promuovere uno stato e eubiosi intestinale. Sembra infatti che l’Ericium erinaceus selezioni determinati ceppi batterici benefici dal microbiota intestinale a scapito dei ceppi patogeni, e viene spesso definito come prebiotico o probiotico. 

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