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L’Ospedale di Pisa propone l’oncologia integrata, ovvero l’omeopatia ai pazienti in terapia oncologica, per limitare gli effetti collaterali della chemioterapia. E ha messo a punto un’anestesia che si avvale di agopuntura e omeopatia al posto degli oppiacei.

Abbiamo chiesto a due medici dell’Ospedale Santa Chiara di Pisa di raccontarci qual è il contributo che l’omeopatia sta dando alla terapia oncologica e nel campo dell’anestesia integrata. Abbiamo così scoperto che tantissimi pazienti la stanno usando con beneficio, ma soprattutto che l’approccio integrato in medicina consente di dare continuità alle terapie oncologiche e ne potenzia l’efficacia.

Lungo il percorso dei meridiani si trovano i punti di agopuntura, sono dei “locus minoris resistentiae”, costituiscono dei punti ben precisi. Essi funzionano come degli interruttori, rappresentano dei veri e propri “nodi energetici”. L’insieme di questi punti, mappati e documentati dai medici cinesi nei millenni, possono essere stimolati per aiutare il corpo umano a ripristinare e regolare la circolazione della propria energia vitale.

In questi ultimi anni, un alimento come il latte è stato al centro di molte polemiche riguardo il suo consumo. Molti pazienti, in particolare le donne che fanno terapie oncologiche, sono disorientati se consumarlo o meno e chiedono consigli in merito.